Le domande dei miei pazienti
In base a tante domande che mi vengono rivolte dai pazienti ogni giorno, ti svelerò alcuni falsi miti che rischiano di fare danni e generare aspettative non realistiche, ma risponderò anche ad alcuni dubbi nel modo più chiaro possibile.
1) Di cosa è fatta la protesi?
Di leghe di titanio, plastiche speciali antiusura e ceramiche tecnologicamente avanzate. Le parti che compongono una protesi d’anca sono lo stelo protesico, in lega di titanio, che si incastra nel femore; il cotile, cioè la coppa di lega di titanio che si incastra nel bacino; la testina che si applica sullo stelo, di solito in ceramica; l’inserto che si applica all’interno del cotile, in ceramica o plastica che può essere addizionata di vitamina E per allungarne la vita.
Esistono anche protesi con un doppio snodo interno, chiamate a doppia mobilità, che offrono grandi vantaggi sia nel giovane che nell’anziano in termini di mobilità, stabilità e durata.
2) Quanto dura una protesi?
Gli studi dimostrano che una protesi può durare in media sui venti anni, ma la sua durata effettiva dipende da come viene trattata e da molti altri fattori, come la qualità dell’osso del paziente, il peso, i piccoli o grandi traumi della vita di tutti i giorni. In caso di usura della protesi, può rendersi necessaria una nuova sostituzione e una nuova protesi.
3) Le cellule staminali e i fattori di crescita ricostruiscono la cartilagine?
Purtroppo no, o almeno non nella maggior parte dei casi e per come viene inteso dai pazienti. Non esiste un’iniezione che viene fatta in un’articolazione e fa rigenerare una superficie articolare cartilaginea nuova e sana. Possiamo aiutare l’articolazione in vari modi, ma non farla tornare come quella di vent’anni prima.
4) Lei fa l’intervento mininvasivo?
Il concetto di mininvasività non si riferisce alla lunghezza della cicatrice sulla pelle, ma a quello che viene fatto in profondità: miniinvasivo significa risparmiare tessuti (spostarli e non tagliarli per arrivare all’articolazione) e osso (usando la protesi giusta per il paziente senza togliere inutilmente troppo osso).
A volte, non voler fare un taglio troppo lungo sulla cute, per far sembrare “piccolo” l’intervento, sottopone i tessuti a trazione eccessiva, con possibilità di lesioni, strappi e possibili calcificazioni e morte dei tessuti molli da sofferenza! Quindi per ogni paziente verranno usate la via d’accesso e la protesi giusta.
5) Posso correre e fare sport con la protesi?
Se ben integrata, una protesi articolare può permettere di fare sport, a patto che non sia estremamente traumatico come le arti marziali o i combattimenti in genere. Addirittura alcuni pazienti sono tornati a giocare a calcio o a correre la maratona.
Ma questo non vuol dire che alla protesi tutto questo faccia bene, anzi come ogni meccanismo può consumarsi prima, rompersi o scollarsi dall’osso se sottoposta a traumi o stress ripetuti. E non esistono protesi migliori di altre, non esistono modelli, tecniche o materiali che permettano di fare tutto con la protesi. Il consiglio quindi è di eseguire una attività fisica poco traumatica come le camminate, la bicicletta, il nuoto.